“Mi vuoi conoscere? Si? Va bene”. Così cominciano le favole di CLAUDIA PARTOLE. Immediatamente si è coinvolti dall’ autrice nel fantasioso mondo dei suoi sette gatti.
Gatti che daranno la possibilità a ogni lettore di interrogarsi su di sè e di immedesimarsi in essi.
Le parole con cui ho iniziato sono di Gatto M. Farfalla. La scelta del nome di certo non è casuale… l’etimologia della parola farfalla ci permette di fa fare un volo pindarico verso la parola psiche.
Questa significa proprio farfalla e allo stesso tempo respiro dell’ anima difatti proprio con gatto Farfalla comincia la narrazione di un’ anima che vaga tra nove “pellicce”.
- Partiamo dalla prima pelliccia di “Miagolino Marchese trovatello ( di questo riporto le seguenti citazioni “un giorno partì solo soletto alla scoperta del mondo “, “ uscito dal cortile…. Iniziò a piangere “, “ lo trovò il padrone della vigna, lo prese in braccio “). Questa sequenza di immagini cosa ci ricorda? Naturalmente la nascita:
- “solo soletto “ rappresenta il fatto che si nasce da soli.
- “Iniziò a piangere “ come ogni bambino qualche secondo dopo il parto.
- A chiusura vengono introdotte le braccia del padrone della vigna.Che significato avranno queste braccia? Probabilmente se si segue il filone dell’interpretazione onirica sono il sostegno, l’ affettività ovvero gli elementi chiave per lo sviluppo della persona.
- Il secondo gatto ci narra le disavventure di un gatto nero chiamato ”Micetto-coda di felce” e ci permette di abbracciare tematiche decisamente molto attuali e ampie come la superstizione e l’odio razziale. Il primo rintracciabile in “passava davanti alle persone quando la vita era loro più cara “ . È un evidente richiamo all’ idea della sfortuna teoricamente portata da l’ attraversamento di un gatto nero. l’ altro punto invece è descritto dal comportamento dei topi e dei tacchini. Questi potrebbero tranquillamente rappresentare situazioni che viviamo nella nostra quotidianità… troppe volte si sente dire” ci hanno rubato il lavoro “ e suona molto simile a “ aveva rubato il loro aspetto “ quando il povero gatto cercava solo di avere una coda per proteggersi. Di fatto come per molti migranti la speranza che permette di superare le numerose avversità dovute all’odio è riposta nelle future generazioni “Povero gatto! Visse senza coda e da solo fino alla vecchiaia. Solo dopo anni e anni esso sentì una notizia che lo rese felice. Non era solo al mondo: aveva un discendente!”.
- Questa terza avventura si potrebbe riassumere nel detto “non giudicare un libro dalla copertina” evocando il concetto di stereotipo che permea le eroiche gesta di Miao gentile . Un gatto che subì le ripercussioni di un atto eroico interpretato come l’opposto. Ma quante volte capita nella realtà? Quante volte una persona per il suo aspetto, colore della pelle o per qualunque forma di apparenza viene trattata male? Con questa breve metafora l’ autrice ce lo racconta perfettamente . La narrazione termina affermando che ebbe un solo discendente che “viziò troppo “ ci ricorda qualcuno ? …Carlo Magno ?
- “Succede come agli umani: i bambini non sempre somigliano ai genitori. Se il padre era un eroe, il figlio non deve esserlo per forza ...” così comincia la storia del discendente di Miao Gentile. l’ autrice richiama il mito di Narciso “cercava di cogliere la sua figura riflessa nelle pozzanghere. Un narcisista! Si arrotolava i baffi, sventolava la folta coda e si vantava da solo”. Ma chi è un narcisista? Persona dedita al culto di sè stessi in maniera sterile. Così ci imbattiamo in un aspetto intrinseco della personalità umana che se dosato è vitale ma se troppo…è “mortale”.
- “Cosa si può dire di un gatto che scrive poesie? Che è felice! I suoi occhi brillano come se le parole sgorgassero da essi.” L’ autrice realizza subito un’ ode alla poesia e alla meravigliosa abilità di sognare. Le poesie non sono in realtà un sognare a occhi aperti? ” Vede di notte senza lanterna. Può volare (senza ali) dall’albero più alto e può atterrare sul tetto più appuntito” la possibilità di concretizzare un pensiero fino a poco prima completamente avvolto nell’ irrazionale?. Nella favola si parlerà anche di una certa Lola definita la sua musa… un richiamo alle muse greche Euterpe? Penso che l’ autrice lasci quest’ interpretazione alla fantasia del lettore. Fantasia che deve necessariamente permeare tutte le sue favole. Finalmente dopo averci messo in guardia rispetto alle superstizioni, stereotipi e all’odio l’autrice dà spazio all’ arte elemento viscerale umano fondamentale per la nostra esistenza vita che senza questa sarebbe vuota.
- Il discendente di Mi-a o’ poeta ebbe il dono del sogno e di fatto fu chiamato Mi’’A - Sognatore. Cosa c’è di più bello di sognare addirittura ad occhi aperti. La favola richiama un periodo storico a noi ben noto la famosa “ guerra fredda “ però resa in chiave comica tra gatti e cani di fatti si parla di una rivalità nel raggiungere il cosmo tra loro : “due cani avevano già visto il cosmo. Cosa avrebbe potuto esserci di peggio per la razza felina? ”. Ma il vero sogno del gatto sognatore era volare ispirandosi ai fratelli Wright”Si allenava giorno dopo giorno per un vero volo! Non perdeva mai nemmeno un momento. Quando saliva su una sedia, sul tavolo, sull’armadio, sul tetto... e poi, da lì saltava nel vuoto... Volo... Volo... La sensazione di volare lo rendeva felice “. Qui fa sorridere come un gatto stia cercando di imitare un altro animale così come in realtà l’uomo nella sua “ superiorità “ o forse supponenza fa sempre.
- La storia dei gatti si chiude con la presentazione dell’ ultimo gatto predecessore di Farfalla M e così chiude il cerchio riprendendo la descrizione della nascita iniziale”- Prendi e bevi! Ora, se hai aperto gli occhi e hai visto il mondo, è segno che questo mondo è anche tuo...” il gattino vede la luce è pronto! Il cordone ombelicale è stato tagliato. Il concetto più importante è che dopo esser stato sostenuto dalla “ madre “ umana quindi, non dalla sua madre naturale, comunque vivrà una vita felice e gioiosa. L’ autrice chiude la storia di questo gatto con due immagini colme di significato l’ amore per Briciola e il mare luogo di incontro dei due. Perché è importante il mare? Nel filone onirico come abbiamo parlato di nascita nella prima favola anche il mare rappresenta la realizzazione il luogo della rinascita di ognuno di noi.
1 commento
Stupendo