Viviamo tempi duri. Ogni giorno, i notiziari aprono con parole che non avremmo mai voluto leggere: femminicidi, guerre, sfruttamento, odio. Il mondo sembra sgretolarsi sotto il peso di una violenza che nasce spesso nel silenzio e si nutre dell'assenza di empatia. Ma tra le crepe, c’è una resistenza fatta di piccoli gesti luminosi, di comunità che si stringono, di parole che curano. E c’è una forza potente e sottovalutata, troppo spesso considerata frivola: la gioia.
Mathilde Caillard ci ricorda che per resistere, dobbiamo creare gioia. Non intenderla come illusione, distrazione o leggerezza fine a se stessa, ma come atto politico, umano e radicale. La gioia è ciò che ci tiene in piedi quando tutto crolla, ciò che ci permette di guardarci negli occhi e dirci: siamo ancora qui, e insieme possiamo cambiare le cose.
La gioia come antidoto
Ogni volta che una donna viene uccisa, ogni volta che un’identità viene cancellata o derisa, ogni volta che un diritto viene negato, è perché da qualche parte si è spenta la gioia. La gioia di essere se stessə. La gioia di amare chi si vuole. La gioia di sentirsi al sicuro nel proprio corpo. Dove non c'è gioia, attecchiscono la frustrazione, la rabbia repressa, la paura trasformata in violenza.
Coltivare la gioia, allora, non è solo un bisogno personale. È un dovere collettivo. È restituire alle persone – tutte, nessuna esclusa – lo spazio per fiorire, per esistere senza paura, per amare senza conseguenze, per scegliere liberamente.
Creare gioia significa organizzare un cerchio di lettura, un laboratorio creativo, una marcia, una festa di quartiere. Significa aprire uno spazio sicuro in cui si possa danzare, cantare, prendersi cura dell’altrə. Significa costruire senza divisioni. Significa scrivere, gridare, vivere, malgrado tutto.
Coltivare la speranza, insieme
Non possiamo ignorare il male. Ma possiamo scegliere di non lasciargli l’ultima parola. Possiamo scegliere la bellezza, la tenerezza, la cura. Possiamo scegliere di non diventare ciò che combattiamo.
E allora, oggi più che mai, torniamo a creare gioia. Nei luoghi dove siamo. Con ciò che abbiamo. Perché senza gioia non c’è speranza. E senza speranza, non c’è forza.
Ma insieme, possiamo ancora cambiare il mondo. Un gesto luminoso alla volta. - Anna Giada Altomare
Cos’è per te la gioia?
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