Ho terminato la lettura di questo libro da un bel po’ di tempo, ma è più forte di me: di tanto in tanto sento la necessità di sfogliare ancora “Saga della Fenice Oscura - Surïkïla”, di Alessio Signoriello, Another Coffee Stories editore. Continuo a tornare su alcuni passaggi, a rileggere gli avvenimenti legati al passato del nostro (perchè ormai siamo a lui più che affezionati) Meliaculas, uno dei migliori ‘villain’ mai scritti! E la scrittura di Alessio è a dir poco perfetta, diretta, credibile, priva di qualsivoglia sbavatura. Avevo già avuto modo di apprezzarla con “Project Omnibus/Omnipotens” prima e con i due volumi di “Saga della Fenice - Zenath degli Aelish Odil” e “Warihiri” dopo, ma l’apice (al momento: sono sicuro che saprà superarsi ancora) lo ha raggiunto proprio con “Surïkïla”. Un dark-fantasy maturo sotto ogni punto di vista, dalla sceneggiatura (e io in queste cose sono particolarmente fissato) alla descrizione degli ambienti, all’evoluzione dei personaggi (principali e secondari), alla gestione dei flashback: la storia infatti è raccontata intrecciando le gesta del presente, in cui Meliaculas è l’essere supremo temuto da ogni creatura vivente, e gli avvenimenti di un passato profondamente tragico e drammatico che ha segnato la crescita di un bambino dal carattere docile e dall’animo gentile, mutandolo nella personificazione del male assoluto. La trama di "Saga della Fenice Oscura - Surïkïla" si sviluppa tramite una precisa scelta narrativa dell’autore, infatti le vicende non sono mai raccontate dal punto di vista di colui che a tutti gli effetti ne è l’attore protagonista, bensì da coloro che hanno avuto il privilegio di servirlo... o la sfortuna di incrociarne il cammino: e la cosa funziona alla perfezione! Immergersi nella lettura di questo libro significa viverne gli eventi come se li si stesse osservando di persona: le immagini che scorrono mentalmente fra le pagine, sono tanto vivide e chiare che sembra quasi di guardare un film! Si potrebbe azzardare addirittura un’analisi della composizione delle scene, della fotografia in generale. Non è assolutamente mia intenzione spoilerare nulla, non scenderò in dettagli, ma fra i tanti momenti epici, tristi e commoventi, ve n’è uno in particolare che posso descrivere solo ed esclusivamente con queste due parole: “pura poesia”. Amate l’avventura? Amate il dark-fantasy? Più semplicemente: amate leggere un buon libro scritto bene? Comprate assolutamente “Saga della Fenice Oscura - Surïkïla”, perchè se la risposta alle precedenti domande è “si”, allora meritate assolutamente di accoglierlo nella vostra libreria.